Trovare lavoro oggi è una vera impresa. Lo sanno bene le persone che collaborano con te e lo sai anche tu. Assumere è un vero e proprio costo, ma proprio per questo è meglio mettere a frutto il tuo investimento. Come? Non è urlando o minacciando che otterrai ciò che vuoi, anzi. La strada per avere un team felice e produttivo è in discesa, al contrario di quanto pensi.
Nel mondo del lavoro vige un vero e proprio mantra: io azienda offro a te il privilegio di trarre beneficio economico dalla mia azienda. Tu perciò mi devi ciò che ti chiedo. Potrà sembrarti estremo, ma, da ex-dipendente, ho affrontato discussioni simili e posso assicurarti che non sono piacevoli.
Il punto è che in un momento come quello odierno trovare lavoro sembra l’El Dorado, ma certe volte le hall delle aziende diventano l’anticamera dell’inferno. Il risultato? Scarsa operatività, rotazione continua del personale e quindi maggiori costi per l’azienda sia in termini economici che produttivi.
Vale la pena chiedersi perciò: ti conviene sprecare così quel budget? Ovvio che no. Tu però hai bisogno del tuo staff (parola che odio) proprio quanto loro, i tuoi collaboratori, hanno bisogno di te. Perciò unite le forze e cerchiamo di stare al mondo, o meglio tra le quattro mura della tua azienda, nel migliore dei modi. Che ce ne guadagnate tutti.
Come puoi raggiungere questo goal e quindi anche tutti gli altri che ti sei prefissato? Ho preparato per te una lista di consigli, 11 per la precisione.
Non sono dipendenti, ma persone!
Staff, team, perfino crew. Dipendenti o collaboratori. Sono parole, solo parole che però non devono farti scordare che la tua azienda è animata da persone. C’è Paola che accoglie i tuoi clienti alla reception, Francesca che li guida nella scelta del prodotto migliore e Gino che li assiste in caso di problemi.
Paola, Francesca e Gino sono persone. Come tali hanno delle esigenze, hanno una vita e dei bisogni. Certo, sono dei professionisti perciò fanno di tutto per non portare i loro problemi al lavoro (se non lo fanno, ok, hai un problema!), ma tu devi ricordarti che la loro vita non finisce alle 18 quando timbrano il cartellino.
Cosa vuol dire? Significa rispettare i bisogni personali del team, cercare di non invadere i suoi spazi, al di fuori dell’orario di lavoro e prefissare dei goal che non mettano a rischio la sfera privata, a meno che non sia strettamente necessario. In tal caso, parlane; se sai che per il prossimo anno i tuoi sales e l’ufficio marketing starà fuori in fiera una volta al mese, affronta con loro questo problema. Potete vincerla insieme questa sfida, se giocate la partita ad armi pari!
Scegli i collaboratori giusti
Assumere significa sconvolgere gli equilibri con il solo obiettivo di migliorare la stabilità. Ogni aggiunta però rischia di turbare gli animi perciò prenditi qualche ora, o giorno, per capire bene di chi tu e i tuoi colleghi abbiate bisogno. A volte l’incongruenza caratteriale tra colleghi può complicare la riuscita di un progetto e tu non vuoi certo peggiorare la tua situazione. No?
Condividi sempre la tua mission, vision, i tuoi obiettivi
Ambire alla crescita non è un reato, anzi. Non puoi però tenere tutto per te, soprattutto perché tu potrai essere la mente dietro il cambiamento, ma, poi, a metterlo in atto sono i tuoi ragazzi e le tue ragazze.
Proprio come accade quando li stai assumendo, devi mettere bene in chiaro (oserei dire nero su bianco) vision e mission aziendali. Chi sei? Cosa fa la tua azienda? Perché lo fa? Cosa vorresti facesse entro un dato lasso di tempo?
Loro, quella gente che sta seduta a far andare le mani deve capirlo, saperlo.
Crea l’ambiente giusto
Potrà sembrarti una sciocchezza, ma il contesto è tutto quando si lavora. Non bastano le migliori sedie ergonomiche, schermi led e le luci giuste. No. Il benessere dei dipendenti passa anche dai profumi, dai suoni, dai colori.
Assicurati che lo spazio di lavoro sia accogliente, che abbia una zona adeguata per distrarsi e magari rilassarsi un attimo. Lascia che la tua gente prenda qualche pausa e non ticchettare con il dito sull’orologio se indugiano un attimo. Potresti privilegiare un sistema ad obiettivi in stile nordeuropeo: l’importante è raggiungere una milestone entro un certo lasso di tempo!
Che dire della musica? Ho conosciuto persone che non potevano ascoltare musica al lavoro, né in cassa né in cuffia. Altri al lavoro non potevano parlare con i colleghi. Dovevano scrivere su Skype, anche se erano seduti alla scrivania accanto. Ecco: libera la tua azienda da certe catene.
Cresci con il tuo team e… lascia che cresca
La crescita professionale, la formazione, hanno due benefici: soddisfano i tuoi colleghi e li gratificano, migliorano le performance della tua azienda. Devo aggiungere altro?
Ehm… sì! Purtroppo, alcuni team-manager sono addirittura spaventati dalla formazione dei collaboratori perché, si sa, formarsi vuol dire essere in diritto di chiedere di più. Ma tu pensi davvero che impedendo a un tuo collega di studiare spegnerai il suo desiderio di un guadagno più alto? Su, non scherziamo!
Stessa sorte per il personal branding. Ho visto responsabili marketing agitarsi quando hanno notato che i loro collaboratori stavano postando di più su LinkedIn. Se Paolo cerca altre occasioni di lavoro puoi fare solo una cosa, ovvero chiederti: come posso tenere Paolo in azienda?
In ultima analisi, ricorda che il tuo team è il tuo ambassador migliore perciò non temere il suo personal branding, ma aiutalo nel farlo. Perché se sa vendersi bene ne trarrà beneficio anche il tuo business.
Scegli un giorno per preoccuparti delle tue faccende “di casa”
Capita più spesso di quanto tu possa pensare. Il telefono squilla, la casella inbox che continua a riempirsi e tu non ce la fai a starci dietro. Ti preoccupi prima dei tuoi clienti perché sono loro a pagarti le bollette. Poi però la corrispondenza si accumula, l’archivio diventa disordinato, trovare tutto inizia a complicarsi e lo stress aumenta.
Una soluzione c’è. Stablisci che un giorno a settimana, uno al mese, uno ogni quanto ti pare, il team possa occuparsi solo delle faccende domestiche per così dire, sistemando l’archivio o il Google Drive. Non fissare meeting, call o riunioni. Quel giorno penserai solo al benessere del business.
Funziona. Parola di lupetto!
Del “Qui si fa così. S’è sempre fatto così”
È la lotta di una via. Il giovane arrivato pieno di speranze che prova ad avanzare qualche proposta e tu che lo stronchi. Lei, fresca di corso di formazione, che prova a proporti un metodo innovativo e tu, miscredente, che la liquidi.
Hai sempre fatto così? Beh, perché non provare qualcosa di nuovo? Sai, è sperimentando che puoi trovare innovative soluzioni a vecchi problemi.
Un esempio? Lo smart-working, ben diverso dal telelavoro, terrorizza molte delle aziende italiane e ticinesi, ma la realtà che queste imprese non capiscono quanto questo potrebbe migliorare la vita dei dipendenti dell’impresa stessa.
Testa, prova, osa.
Scegli i tool giusti. Non per te però, eh. Per tutti!
I media non fanno altro che promuovere tool, strumenti e software. Ormai ce n’è uno per ogni task, per ogni progetto o scopo. Il punto è che spesso questi vengono imposti dall’alto perché sembrano la cosa più ovvia a chi è a capo.
Anche qui, però, chi è che li usa? Ecco, lascia a lei, lui o loro la scelta.
Qualche esempio?
In passato in agenzia avevamo come strumento di comunicazione Skype finché qualcuno di noi ha proposto di provare Slack e da lì ci si è aperto un modo. Stessa sorte per Trello che ha rimpiazzato Teamwork e Meet ha mandato in pensione Zoom per i meeting con i clienti.
Oggi le soluzioni sono moltissime e affiorano sul mercato giorno dopo giorno. Pensa a Revolut: una fintech per le aziende di qualsiasi dimensione che permette a business e privati di avere carte prepagate gratuite e una gestione della spesa puntuale.
Che dire di HubSpot? Uno strumento che, alla sua versione free, offre un CRM, un sistema per l’e-mail marketing e molto altro ancora.
Internet ti inonderà sempre di nuovi programmini o strumenti. Assicurati di scegliere quello che fa per la tua azienda, proprio con la tua ciurma.
I feedback? Sono preziosi. Gli input? Fondamentali
Hai appena visto il lavoro di Maria. Ti piace, ti meraviglia ma, che fai tu? Gli metti un bel pollice in risposta al thread in cui te te lo consegna. No! Questo non si fa. Dare feedback non è cortesia. È dovere. Sia che ti piaccia che no, è tuo compito dare riscontro. Per cercare di crescere, per dimostrare di averlo apprezzato o di aver provato comunque a capire cosa abbia cercato di fare Maria.
Che dire dei suggerimenti, invece? Quelli sono un vero e proprio must, se si vuol far bene. Non puoi pensare di vedere sempre il quadro generale dalla giusta angolazione. Magari ti sfugge un dettaglio e rischi di arrovellarti su un problema per ore. Lascia che gli altri abbiano la possibilità di darti suggerimenti. Farà bene a tutti!
Ringrazia. Sempre. Tutti
Ti hanno appena consegnato un report? Ringrazia! Sì, Lisa doveva redigere quel rapporto, ma tu devi ringraziarla. Perché? Perché è giusto, è educato. È bello ringraziare ed è bello sapere che l’altro prova gratitudine.
Chiaro?
I panni sporchi? Si lavano in famiglia
Purtroppo succede. Certi rapporti sono destinati a finire, tanto nella vita privata quanto nell’ambiente lavorativo. In tal caso non ti resta che cercare sempre un approccio consensuale (sarà d’accordo anche il legale d’azienda!) e, se così non fosse, evita di condividere la tua pessima esperienza con i colleghi o con gli altri imprenditori. Chi semina vento, raccoglie tempesta. Ricordalo!
Visto? Scrivere il vissero felici e contenti della tua azienda non è così difficile. Si tratta solo di seguire alcuni semplici precetti. Poche regole che ti cambieranno la vita e metteranno la tua azienda al sicuro da gabole.
Prima ti ho parlato di HubSpot. Un CRM, un sistema che ti permette addirittura di automatizzare alcuni processi per il marketing e le vendita.
Che ne dici di farlo provare gratuitamente al tuo team per qualche giorno?