Il sogno di creare valore e scambiarlo digitalmente in assenza di un intermediario o di una controparte centrale si è realizzato grazie al genio di Satoshi Nakamoto. In realtà Bitcoin ha dei precursori, chiamati ECash, HashCash, B-Money, Bit Gold e Anonymous Electronic Cash, tuttavia nessuno di questi aveva mai avuto successo.
Oggi si fa un gran parlare di coin, token, criptovalute e blockchain, spesso confondendo le acque e scambiando il sistema blockchain come un mercato nero, un qualcosa di poco tutelato, di illegale, di oscuro.
Sconfiggere questi luoghi comuni però non è solo la sfida che molte start-up hanno scelto di vincere, magari optando per una metodologia inbound, bensì è un passo verso un nuovo concetto di business basato su fiducia e trasparenza.
I Bitcoin, che oggi finiscono spesso tra le pagine economiche dei maggiori quotidiani, infatti, nascono in risposta alla crisi economica del 2008 e hanno un’affascinante storia fatta di innovazione e animata dalla filosofia della condivisione del ventunesimo secolo. Oggi te la racconteremo e chissà, forse riusciremo anche ad abbattere qualche incertezza.
Com’è nato il Bitcoin?
2008 Crisi Finanziaria Globale: Il Crollo di Lehman Brothers
La mattina del 15 ottobre 2008, il Wall Street Journal titola in prima pagina: “Crisi a Wall Street: Lehman Vacilla, Merrill è stata venduta e AIG cerca di raccogliere fondi”. Dal fallimento della banca d’affari Lehman Brothers è iniziata una reazione a catena, che ha portato a numerosi salvataggi governativi delle banche, in risposta alla più grave crisi finanziaria dalla Grande Depressione del 1929.
31 ottobre 2008
Un utente, con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, scrive a una mailing list di un sito di crittografia, sostenendo di aver inventato una moneta elettronica che può finalmente generare un sistema monetario privo di intermediazione di terze parti (es. istituzioni finanziarie), e anche risolvere il problema della doppia spesa. Nell’e-mail, l’anonimo creatore allega un white paper intitolato “Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System” in cui descrive tecnicamente come funziona Bitcoin.
3 gennaio 2009
Viene rilasciato il codice sorgente di Bitcoin e vengono minati i primi 50 Bitcoin. Il primo blocco si chiama “Genesis” e al suo interno viene lasciato un messaggio con il titolo del Times dello stesso giorno: “Chancellor on Brink of Second Bailout for Bank”, come critica al sistema finanziario che stava per crollare e aveva bisogno del salvataggio del governo.
17 agosto 2010
Nasce “Mt. Gox”, il primo exchange in cui Bitcoin può essere scambiato con valuta Fiat. Il primo giorno di negoziazione il prezzo di Bitcoin è di 0,07 dollari.
10 febbraio 2011
Bitcoin raggiunge per la prima volta la parità con il dollaro USA.
2 aprile 2013
Bitcoin per la prima volta supera i 100 dollari.
28 novembre 2013
Bitcoin per la prima volta supera i 1000 dollari.
2013-1014: Crisi dei Bitcoin
Tra il 2013 e il 2014, alcuni eventi fanno crollare il prezzo del Bitcoin dai massimi raggiunti finora: questo porterà alcuni a profetizzare la fine prematura della moneta di Internet.
Silk Road: il mercato della droga online è chiuso
Il 4 ottobre 2013, Ross William Ulbricht, fondatore di Silk Road, il principale mercato online di droga e armi in cui i Bitcoin sono diventati la moneta ufficiosa, viene arrestato a San Francisco. Tutto questo ovviamente stimola la stampa internazionale a collegare i due temi, presentando Bitcoin come “moneta della droga”. All’epoca infatti, buona parte delle transazioni di Bitcoin avevano avuto luogo in Silk Road, e la valuta subisce una conseguente grave battuta d’arresto.
La Cina vieta lo scambio di Bitcoin
Nel dicembre 2013, la banca centrale cinese lancia un avvertimento a tutte le istituzioni finanziarie, società e privati, affermando che qualsiasi commercio con Bitcoin sarà considerato illegale. Un fatto assolutamente rilevante se si considera che in quel preciso momento l’80% delle transazioni Bitcoin erano state registrate proprio all’interno della Repubblica Popolare Cinese. Inoltre, il 19 gennaio dell’anno seguente, Alibaba (l’Amazon made in China) cancella i prezzi in Bitcoin dal suo portale e-commerce, facendo perdere alla moneta virtuale il suo principale mercato mondiale.
Crollo di Mt.Gox
Il 28 febbraio 2014 il più grande exchange di Bitcoin del mondo, Mt. Gox, dichiara il fallimento a seguito di un attacco hacker, durante il quale 750 mila Bitcoin di proprietà dei clienti e 100 mila Bitcoin di proprietà dell’azienda sono scomparsi.
Mt.Gox aveva già subito attacchi hacker in precedenza, ma quest’ultimo gli è stato fatale, decretando la chiusura definitiva del più grande exchange Bitcoin del mondo. La fiducia nel Bitcoin è, nel frattempo, scesa drasticamente, portando il prezzo a perdere l’80% rispetto ai massimi raggiunti nell’anno precedente.
2015: Bitcoin raggiunge nuovi massimi
A partire dal 2015, gli investitori istituzionali e le grandi aziende sono sempre più interessati alla tecnologia alla base di Bitcoin: la Blockchain. Questo fa sì che il prezzo del Bitcoin superi ancora una volta la soglia psicologica di 1.000 dollari per unità, alla fine del 2016.
Nel 2017 la crescita della quotazione ha raggiunto nuovi massimi, raggiungendo in ottobre la soglia di 5 mila USD prima e 6 mila USD dopo. Accanto all’aumento dei prezzi, aumentano anche l’attenzione dei media e la paura di alcuni governi, temendo che il Bitcoin possa essere utilizzato in una serie di attività illegali.
Il primo di agosto avviene la fork (biforcazione) della Blockchain Bitcoin che porta alla nascita di Bitcoin Cash, identico a Bitcoin, tranne che per alcune differenze nella dimensione dei blocchi e nel processo di mining.
I bitcoin oggi
Il resto, come si dice, è storia: l’attenzione dei VC sulle startup che utilizzano la tecnologia Blockchain, la pubblicità dei media, la nascita di nuove monete criptate e la possibilità di raccogliere capitali attraverso ICO hanno permesso a Bitcoin di raggiungere il valore record di 19.783 USD nel dicembre 2017. Oggi 1 Bitcoin vale circa 4.600 USD, e alcuni esperti rimangono fiduciosi in un futuro aumento di valore.
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