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Come ottimizzare le meta tag dei tuoi contenuti online? Ecco gli elementi su cui lavorare per aumentare il posizionamento sui motori di ricerca

Tra tutte le tecniche di posizionamento, indubbiamente quella che riguarda l’ottimizzazione dei meta tag è tra le più sottovalutate. Utilizzata largamente negli anni rampanti della SEO, quando Google non aveva ancora rilasciato i potenti filtri sulla qualità dei contenuti (Panda, Hummingbird), con eccessive dosi di abuso, questa tecnica serve – come scopo originale – a consentire una migliore indicizzazione su Google, comunicando al motore di ricerca il tipo di contenuti presenti su una determinata pagina.

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I meta tag sono dei meta dati con i quali, attraverso il markup HTML, possiamo fornire informazioni circa il contenuto di una pagina web. Per quanto riguarda il posizionamento su Google e l’indicizzazione nei motori di ricerca, rilevano principalmente 2 meta tag:

 

  1. il meta tag robots
  2. il meta tag description

 

A questi si aggiunge l’ottimizzazione del tag title, contenuto in ciascuna pagina di specifica, che è forse il più rilevante.

 

Ottimizzare del tag title

Non è un meta tag tradizionale, ma un classico markup HTML che ci consente di attribuire un titolo a una determinata pagina. Nel codice esso si presenta in questo modo:

 

 

 

È contenuto nella sezione head della pagina web, quindi in quella posizione dell’html non visibile all’utente, ma solo allo spider del motore di ricerca
 

Adottandolo attribuiamo il titolo alla pagina, che viene ripreso dal motore di ricerca. Perché è importante? Perché è il modo più semplice per comunicare a Google l’argomento della nostra pagina. Da anni si sa che Google ne tiene conto. Ovviamente, affinché sia efficace il titolo dovrebbe rispecchiare ciò di cui parla il contenuto.

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Su Google appare sottolineato ed evidenziato sopra la descrizione. Ottimizzando il title tag abbiamo quindi modo di condizionare il modo in cui Google riprende la nostra pagina.

 

Le caratteristiche di un title tag ottimizzato sono le seguenti:

 

  • Non deve superare i 60 caratteri di lunghezza e non usare frasi monche che si fa fatica a leggere in italiano
  • Dev’essere lineare e coerente e non apparire troncato
  • Dovrebbe essere orientato in modo supremo alla keyword. Se mi voglio posizionare per Web Marketing Lugano, queste tre parole devono essere all’inizio del title.
  • Hanno più efficacia le parole a sinistra rispetto a quella a destra
  • Se vogliamo dare visibilità al brand è bene che esso sia presente almeno nella home page del sito.

 

Attraverso gli strumenti di Search Console di Google possiamo verificare lo stato dei title tag. Google comunque preferisce che essi siano:

 

  1. Non eccessivamente brevi, ma descrittivi e curati
  2. Univoci, non duplicati altrove in altre pagine del sito
  3. Non siano over-ottimizzati sulle keyword, la moderazione è la regola
  4. Utilizzino il brand in modo discreto
  5. Non siano una ripetizione di parole chiavi sconnesse

 

Si è inoltre osservato che:

  1. Nei dispositivi mobile i title tag appaiono più lunghi
  2. Modificandoli troppo si finisce per fare un danno e non dare tempo al motore di classificare adeguatamente la pagina
  3. Title tag rilevanti + contenuti lunghi e informativi equivale a vincere la lotteria del SEO

 

Cosa succede se non osserviamo queste regole? Dalla nostra esperienza abbiamo dedotto più volte che utilizzare title tag eccessivi nell’impiego delle parole chiavi comporta un peggioramento delle posizioni. Ripetere le keyword più volte comporta solo danni; in generale usare title tag troppo orientati sulle parole chiavi non è mai un bene.

 

Duplicarli e lasciare le duplicazioni a decine non aiuta affatto, anzi può essere causa di una penalizzazione o di un ricalcolo verso il basso per duplicazione dei contenuti.

 

La buona regola è pertanto quella di scrivere title tag efficaci, coerenti, completi e unici per ciascuna pagina, riflettendo in modo preciso ciò di cui parla il contenuto. Bisogna fare attenzione nel modificarlo: inserire una parola chiave o toglierla ha effetti drastici che si possono misurare nel guadagno o nella perdita di qualche posizione.

 

Occorre assolutamente evitare dei title spam, che puntano su segni grafici o su parole roboanti. Non è stata trovata alcuna conferma che usare segni grafici o il maiuscolo comporti dei benefici. Google ha sempre ricordato l’importanza di essere moderati e non ripetitivi.

 

Il title tag deve contenere, oltre alla parola chiave importante, anche un mix con le correlate. Degli studi hanno confermato che un buon title è formato da una frase pertinente di 7-8 parole (che rientra comunque nei 60 caratteri).

 

Infine, non bisogna sorprendersi se in determinate ricerche la pagina compare con un title diverso da quello assegnato. Google a volte adatta il title rispetto alla query (la ricerca) e ciò non è affatto un male, significa che il sito ha sufficiente coerenza da poter essere utile all’utente.

 

Ottimizzare il meta tag description

Questo meta tag viene spesso accostato al title alla base della piramide delle ottimizzazioni on-page. Screditato per lungo tempo forse a causa della pigrizia dei webmaster e dei SEO specialist, in realtà il meta tag description è fondamentale per comunicare correttamente delle informazioni a Google, circa il contenuto della pagina. Ed è un inevitabile segno che chi ha creato la pagina, sa come curarla e non pecca di sciatteria, prendendosi l’impegno di comunicare all’utente – in anteprima dei risultati sul motore – gli argomenti della pagina.

 

 

 

Lo scopo del meta tag description è quello di fornire uno snippet (cioè un’anteprima) del contenuto della pagina. È un modo più articolo di completare il titolo con una sorta di occhiello.

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Perché è importante ottimizzare la “description”?

Anzitutto perché Google e gli altri motori di ricerca incoraggiano i proprietari dei siti a dare informazioni coerenti e complete sull’argomento di cui trattano. Se possiedo un hotel a Roma, vicino a Stazione Termini, posso usare la description per fornire delle informazioni supplementari che aiutano l’utente e che lo convincono a cliccare sul mio sito.

 

La descrizione è importante in quanto se è riuscita, interessante, accattivante può generare click e aumentare il traffico verso il nostro sito.

 

Google, pur non considerando la meta description come fattore di posizionamento, preferisce che sia compilata perché è un segno di interesse verso il lettore. È anche vero che l’assenza di meta tag description non mette in pericolo il posizionamento, ma è come aggiungere un dettaglio che fa la somma di tante piccole attenzioni: un segnale che stiamo costruendo un sito di qualità, leggibile e funzionale.

 

Nella meta description ideale devono essere presenti questi elementi:

  1. Essa dev’essere leggibile, scritta in lingua corrente. Non conviene usare le abbreviazioni da chat o da cellulare, né tantomeno scrivere tutto in maiuscolo.
  2. Non deve contenere errori ortografici e grammaticali.
  3. Non può essere un mero elenco di keywords.
  4. Non dev’essere duplicata su più pagine.
  5. Deve essere informativa, utile, didascalica: usare la keyword va bene, ma con moderazione, cercando di pensare principalmente all’utente.
  6. Non deve superare i 160 caratteri di lunghezza. Google raccomanda tramite Search Console di non fare descrizioni troppo brevi comunque.
  7. Può essere impiegata per comunicare, attraverso i dati strutturati, ulteriori informazioni sul contenuto (come adottare il markup schema per far uscire le stelline, in caso di recensioni).
  8. Non dovrebbe essere un rifacimento del title tag

 

Per chi realizza i siti in WordPress è necessario installare un plugin per la SEO, tra quelli proposti nell’articolo linkato. Essi consentono la personalizzazione di tutti i titoli e delle descrizioni.

 

Infine il meta tag robots

È utilizzato per comunicare direttamente con lo spider di Google dandogli delle informazioni rilevanti sulla scansione delle pagine.

 

 

I comandi che si possono inserire dopo content sono diversi:

 

noindex – impediamo a Google di indicizzare la pagina

nofollow – diciamo a Google di non seguire i link della pagina

nosnippet – evitiamo che venga visualizzata l’anteprima del contenuto della pagina

 

Di default tutte le pagine presentano “index,follow”: indicizzazione e link seguiti. Pe cui bisogna applicarlo solo in quelle sezioni del sito che vogliamo tenere nascoste ai motori di ricerca.

 

Un quadro completo dei meta tag riconosciuti da Google può essere rinvenuto in questa guida ufficiale. Come si può notare non è presente il meta tag keywords, che per anni è stato utilizzato per infilarci dentro un elenco smisurato di parole chiavi. Oggi è irrilevante, ma se proprio vogliamo compilarlo, meglio limitarsi a due, tre parole chiavi presenti comunque nel testo.

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