Ogni giorno migliaia di persone in Italia cercano informazioni che riguardano prodotti e servizi in una determinata località. Nelle ricerche rilevanti dal punto di vista geografico Google antepone una mappa di Google Maps nella quale sono segnate 3 attività locali rilevanti:
La mappa ci fornisce tante informazioni: il nome del locale, la sua ubicazione geografica precisa, il tipo di attività, le caratteristiche del locale (in questo caso un ristorante), le foto, il voto medio delle recensioni degli utenti Google. Se clicchiamo all’interno della scheda per ottenere maggiori informazioni come l’indirizzo completo, il numero di telefono, l’orario di apertura, il sito web e le indicazioni stradali, oltre all’orario con il maggior numero di visite, per evitare di recarci sul posto quando c’è troppo affollamento. Da questa schermata possiamo accedere anche alle recensioni.
Com’è possibile apparire in questa mappa e ottenere così tanta esposizione?
Dipende tutto dalla presenza della scheda in Google My Business, il servizio per le attività locali, e da una serie di fattori di posizionamento che in qualche modo riguardano gli algoritmi validi per il posizionamento organico sul motore di ricerca Google.
Capire come funziona l’algoritmo che regge le sorti di Google My Business è complicato quanto provare a inferire come funzionano gli algoritmi del motore di ricerca che usiamo ogni giorno. Anno dopo anno, gli esperti di local SEO – così si chiama la branca della SEO che studia proprio il posizionamento nella mappa di Google in testa ai risultati della prima pagina – provano a stabilire i fattori di ranking in modo da dare i consigli giusti e offrire una consulenza di valore. Va tenuto conto che il 20% delle ricerche, ogni giorno, riguarda proprio attività locali.
Primo passo: creare la scheda MyBusiness
Come l’algoritmo principale anche quello relativo al posizionamento nella mappa di Google ha conosciuto diversi aggiornamenti negli ultimi anni, ed è presente dal 2004, in forme diverse. Di sicuro il punto di partenza rimane la creazione della scheda Google My Business.
Per crearla è sufficiente andare all’indirizzo https://www.google.it/business/ e iscriversi con un account Google (o Google Plus già definito). All’interno della scheda possiamo caricare le informazioni fondamentali come il sito web, il numero di telefono, l’indirizzo, l’orario di apertura, se riceviamo in loco, le fotografie degli interni, degli esterni, dello staff e del marchio. La scheda una volta realizzata dev’essere verificata. Per fare ciò Google spedisce in sede un pieghevole in cartoncino recante un PIN che dev’essere poi inserito nella scheda, per la convalida ufficiale. Da quel momento l’attività ha tutte le possibilità di apparire nella Google Maps in testa ai risultati di ricerca.
Dal momento che è quasi impossibile che vi sia una sola attività che lavori in quel determinato settore, si crea subito un gioco basato sulla presenza nei primi tre posti, quelli che danno un’effettiva visibilità e che generano più click verso il sito e più telefonate.
Le citazioni locali aiutano a far conoscere l’indirizzo
Google è un motore di ricerca molto avanzato. La conseguenza di ciò è che in grado di elencare attività presenti in una data città anche senza far riferimento alla scheda My Business. In sostanza, può presentare nella Google Maps anche attività che non hanno compilato la scheda. Questo capita perché sul web esistono directory localistiche molto autorevoli che espongono l’indirizzo fisico. Alcune sono molto conosciute: Tripadvisor, Yelp, Pagine Gialle, Pagine Bianche, Citysearch. Ce ne sono altre meno conosciute, ma comunque molto curate.
Tutte queste directory local servono a comunicare a Google che il tuo business è effettivamente aperto e offre servizi ai consumatori presso la propria comunità locale. Per cui: se da un lato dobbiamo assolutamente compilare la scheda di Google My Business, dall’altro dobbiamo fare in modo di farci conoscere attraverso la presenza in queste directory. I link ottenuti in queste pagine si chiamano “citazioni” e per la verità non sono veri e propri link, perché il nostro scopo in realtà è far conoscere l’indirizzo fisico e il nome della nostra attività.
Usare sempre lo stesso indirizzo fisico
Per fare in modo che questa attività di raccolta di citazioni ci porti più frutti possibili, è opportuno che l’indirizzo che utilizziamo, quello canonico formato da via, numero civico, codice di avviamento postale, sia ripetuto nella stessa forma ovunque. Magari partendo proprio da quello utilizzato nella scheda di Google My Business. Basta concentrarsi sulle directory più famose, utilizzare lo stesso indirizzo in modo costante, e già si ottiene un buon risultato. Fino al 2013-2014 questa attività pagava immediatamente. Oggi è solo una delle strategie da tenere a mente per ottenere il posizionamento su Google Maps.
I link in entrata sono importanti come nel posizionamento organico
Come nel posizionamento organico, un sito che riceve dei link in entrata di qualità da siti rilevanti può ottenere una spinta che lo posiziona più in alto anche in Google Maps, purché l’indirizzo web dell’attività coincida con quello presente nella scheda di Google My Business. La consistenza e la qualità dei backlink aiuteranno l’attività a salire nella mappa in tutte quelle ricerche caratterizzate da un forte elemento geografico (come appunto quella proposta in esempio).
Presenza dell’attività nella città o nel luogo esatto delle ricerche
L’elemento geografico è determinante. Spesso si ha la pretesa di voler servire clienti non appartenenti all’area geografica ed effettivamente può capitare che il nostro mercato abbia un raggio superiore alla singola città dove ci troviamo. Il punto è però che Google lavora in mobilità. Oggigiorno oltre il 50% delle connessioni avviene da un dispositivo mobile, come uno smartphone o un tablet. Ci spostiamo e cerchiamo informazioni sui luoghi direttamente dal telefonino, usando magari l’applicazione di Google azionabile col comando vocale.
È chiaro dunque che Google, posto di fronte a questa scelta radicale e precisa (cercare un’attività nei dintorni del luogo esatto in cui viene richiesta l’informazione), sceglierà sempre l’attività più vicina. Se faccio una ricerca per un determinato punto geografico, Google favorirà i risultati più vicini a quel punto, indipendentemente dal fatto che a 2 km di distanza, apparentemente pochi, vi sia un’attività il cui sito ha link più autorevoli e più citazioni. La pertinenza geografica in un mondo in mobilità è fondamentale.
La keyword nel nome dell’attività
Il nome del business riveste un ruolo altrettanto notevole: se la mia attività si chiama Ristorante Messicano Tacos, ci saranno più probabilità di ottenere visibilità sulla mappa in tutte quelle ricerche che contengono le parole chiave “ristorante messicano + nome della città”. Talvolta però non è semplice inserire la parola chiave nel nome del business. Piuttosto è importante che essa ricorra nelle pagine che linkano il sito web o contengono l’indirizzo canonico (la citazione).
Scegliere bene la categoria commerciale
Quando si compila la scheda My Business di Google occorre scegliere la categoria. Ad esempio, nel compilare la scheda di YourTarget abbiamo scelta “servizi di internet marketing”, perché ci occupiamo di questo. Le categorie col tempo sono aumentate e contengono più sfumature che permettono di inquadrare al meglio la propria attività. La correttezza di queste informazioni diventa indispensabile se si hanno speranze di vedere la propria scheda My Business in evidenza rispetto alle altre.
Le recensioni degli utenti e l’attività social
Abbiamo già parlato all’inizio dell’articolo del fatto che nella scheda My Business compaiono le stellette colorate di giallo, che indicano il valore delle recensioni compilate dagli utenti. Queste recensioni, il loro numero, più che la loro intrinseca qualità, aiutano il business a salire su Google Maps rendendosi più visibile. Avere almeno una decina di recensioni a 4 stelle tende a far andare meglio la scheda. Come le recensioni anche l’attività sociale ha la sua rilevanza. Non va dimenticato che Google My Business è una propagazione di Google Plus, il social network di Google. Esso viene usato veramente poco, se confrontato a Facebook o Instagram, ma un + equivalente al like di Facebook, ha il suo valore. Fattore da non sottovalutare dunque.
La user experience per posizionarsi su Google Maps
Come nel posizionamento organico tradizionale, il comportamento degli utenti all’interno del sito è rilevante per tracciare una linea e separare i siti importanti da quelli che, in ragione del loro scarso contenuto, non riescono a generare traffico. Un sito di qualità, che si fa leggere, che ha buoni testi, belle foto, magari dei video interessanti, tende a tenere i visitatori al suo interno, facendo scattare le spie di una buona user experience. Maggiore condivisione sociale, più propensione a leggere contenuti interni e visitare le pagine, aumentano le possibilità di posizionarsi in testa alla Google Maps.
In definitiva, come nel posizionamento organico occorre fare in modo che il sito rimanga autorevole, venga visitato, apprezzato. Possiamo aumentare le nostre chance di posizionarci offrendo un buon prodotto o servizio al consumatore; così facendo sarà più propenso a consigliarci ad altri sui social o su Google, inserendo una recensione positiva che si rivelerà preziosa nel computo finale dei fattori che determinano il posizionamento su Google Map.