Se si vuole avere successo con il posizionamento su Google, nel 2017, bisogna dare fiducia a quanto predica il motore di ricerca, cercando di giocare la propria partita sul terreno della qualità. Spesso i webmaster si lamentano perché Google non indicizza bene o non posiziona in modo adeguato i siti loro o dei loro clienti. Ma in verità quanto stanno applicando le regola descritte con semplice precisione nella guida di Google?
Gli ultimi aggiornamenti di Google
Quest’anno ci sono già stati almeno due grandi aggiornamenti. Uno è arrivato a Febbraio, appartenente a quel genere di aggiornamenti che vengono definiti Phantom, perché per esclusione non si riesce ad attribuirli all’algoritmo Panda piuttosto che a quello Penguin.
L’ultimo è arrivato la scorsa settimana, preceduto dalla solita turbolenza nelle pagine dei risultati. Nella comunità SEO, per merito di Barry Schwartz, editor di Search Engine Round Table, questo update viene chiamato Fred, proprio come il simpatico protagonista dei Flinstones.
Il fatto che in appena due mesi e mezzo Google abbia già sfornato due aggiornamenti pesanti, dovrebbe far riflettere sulla circostanza che nella SEO, nel posizionamento per Google in generale, non c’è mai nulla di definitivo, niente di scontato. Bisogna aggiornarsi.
Fortunatamente, come si evince dalla guida di Google, ma come possiamo confermare dalla nostra esperienza, possiamo affermare che esistono dei punti cardine, delle fondamenta che una volta messe, consentono al sito di navigare in acque tempestose, e superare indenne i marosi degli aggiornamenti critici del motore di ricerca.
Questi sono dunque i fattori principali da tenere in considerazione, per fare una corretta ottimizzazione per il motore di ricerca.
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Conta il trust
Trust non significa solo fiducia, ma anche affidabilità. Per Google l’affidabilità è tutto. A Marzo del 2017, cioè in questo mese, Paul Haahr, un ingegnere senior di Mountain View ha dichiarato che Google intende ostacolare e combattere pagine che sono offensive, inaccurate e odiose.
Non si tratta solo di combattere le cosiddette fake news ma anche le cattive informazioni, soprattutto in campo medico, sociale, politico. Un sito inaccurato, parziale, ricco di imprecisioni formali e sostanziali non potrà mai essere preso sul serio. Sarebbe come chiedere un’informazione al passante meno affidabile del mondo, magari un turista come colui che chiede le informazioni.Questo fatto del trust è fondamentale: si tratta di una sottile linea rossa sopra la quale stanno i siti attendibili e al di sotto tutti quelli che non meritano esposizione.
Perciò fate in modo che i vostri contenuti siano attendibili, precisi, originali e se fanno riferimento a fonti esterne, che le citino senza timore per asseverare quanto dicono. È un percorso logico importante, da rispettare sempre. È stato notato, per esempio, che i siti che linkano più fonti autorevoli o postano foto copyright-free ovvero riconoscano il credito tendono a essere posizionati meglio di siti che non linkano le fonti e usano immagini senza permesso.
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Il primo fattore di posizionamento per Google è Google stesso
Ho osservato da 10 anni questo principio: Google guarda alla storia dei siti, scritta nei suoi datacenter, per verificare quanto siano attendibili. Se un sito è sempre vissuto nella mediocrità potrà facilmente risplendere, se inverte la rotta, ad esempio inserendo contenuti validi e link di qualità.
Un sito che è sempre stato attendibile può diventare poco credibile, ma per effetto della memoria storica di Google, questo decadimento sarà ancora più lento. È il motivo per cui a volte costruire un PBN (Private Blog Network) da domini scaduti, che possiedono un buon trust, rende molto in termini di acquisizione di backlink in entrata. Una conseguenza molto importante è che Google, formandosi lo “storico” tende a valutare in modo coerente il percorso esistenziale dei siti.
Se per mesi ho profuso uno sforzo eccezionale per mandare avanti il mio sito, curarlo nei contenuti, guadagnare backlink e all’improvviso vengo meno a questa costanza, questo impegno, non starò certamente facendo un favore alla mia causa. Bisogna essere costanti e dare a Google una ragione in più per pensare che siamo credibili e presenti.
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L’importanza della Query
Il posizionamento non dipende da fattori univoci validi per tutti. In alcuni campi, ad esempio nei siti di cronaca o di notizie, il fattore della freschezza (freshness) dei contenuti (proposti in modalità real time) è fondamentale. Se il sito di Repubblica.it smettesse da un giorno all’altro di dare aggiornamenti, perderebbe traffico.
Il tasso di crawling (la modalità con cui Google indicizza i siti nel datacenter) scenderebbe a favore di alte fonti di notizie fresche. Ma lo stesso non si può dire per i siti delle Università, delle riviste scientifiche o degli enti di ricerca. In alcuni casi, per esempio, è fondamentale inserire un grosso testo, lungo anche 2000 parole se dobbiamo affrontare un argomento in modo esaustivo e convincente.
Ma non vale in quei settori dove gli utenti sono alla ricerca di una specifica funzione. Se sto prenotando un albergo è vero che ho bisogno di informazioni fondamentali, ma ciò che mi serve sono i prezzi, la disponibilità e un modulo di prenotazione. Capire questo punto oggi è indispensabile.
Occorre fare attenzione a ciò che l’utente cerca e uniformarsi al suo specifico desiderio di informazione, che in alcuni frangenti è un bisogno (e Google su alcune materie interviene con la mano pesante della revisione manuale).
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Il link building e l’anchor text
Giocano ancora un ruolo principe. Il link building per anni è stato il sacro Graal della SEO. Bastava inserire artificialmente centinaia, migliaia di link tutti puntati verso il nostro sito, abusando della parola chiave, per ottenere un immediato effetto sulla SERP (la pagina di risultati).
Da diversi anni non è più così e col tempo Google ha fortemente inasprito i filtri sulla bassa qualità dei backlink (link in entrata). Non può sorprendere pertanto che in tanti incappino in errori dovuti alla scarsa informazione, eppure Google sulla sua Guida per i webmaster dice espressamente che il nostro sito non dovrebbe mai partecipare a schemi di link.
Un concetto va chiarito: i link vanno guadagnati. L’unico modo per guadagnare i link, anche quando li si costruisca artificialmente, è quello di fare in modo che il sito oggettivamente li meriti. E cosa deve fare un sito per meritare i link?
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Contenuto autorevole ed affidabile
La risposta è nel punto 5, quello definitivo che abbiamo lasciato per ultimo. Deve avere un grande contenuto. Con un grande contenuto, un backlink frutto di una manipolazione da parte dello specialista SEO di turno appare guadagnato e quindi porta beneficio. L’effetto merita attenzione: se possiedo un sito che ha poco contenuto e costruisco dei backlink troppo autorevoli, questi funzioneranno molto meno.
Ciò è dovuto in parte alla cattiva ottimizzazione on page (sulla pagina), ma anche al fatto che nessun sito autorevole – se fosse serio – linkerebbe una fonte che non merita attenzione e che non apporta alcun beneficio all’utente. Al contrario, se mi impegno per costruire un contenuto degno di nota, o per usare le parole di Google “utile, condivisibile, interessante, degno di esser fatto conoscere ad altri”, avrò senz’altro più opportunità di raccogliere backlink spontanei e citazioni che riprendono il mio contenuto, segnalandolo per la sua utilità o per le sue qualità.
È per questo motivo che il web content marketing oggi è fondamentale. Lo è sia per attirare link spontanei, sia per fare in modo che i link aggiunti artificialmente, in seguito a una campagna di backlink (che Google in teoria disapprova), appaiano come meritati.
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Fonti per questo articolo:
https://www.seroundtable.com/google-fred-update-ad-heavy-low-value-23538.html https://static.googleusercontent.com/media/www.google.com/it//intl/it/webmasters/docs/search-engine-optimization-starter-guide-it.pdf
https://www.seroundtable.com/google-algorithms-targets-offensive-inaccurate-hate-23558.html http://blog.searchmetrics.com/us/2017/02/15/google-phantom-5-update/