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In questo articolo parliamo di come ottimizzare i siti per la ricerca vocale. Scopri quali sono le best practice della strategia SEO per rendere la tua pagina web adatta alla voice search.

Sempre più utenti si connettono attraverso mobile e utilizzano le interfacce vocali per le loro ricerche che si riferiscono perlopiù a business locali, intrattenimento e informazioni generali. Ecco perché è importante per le aziende ottimizzare i propri siti web anche per la ricerca vocale. Nell’articolo che segue parleremo della voice search e poi vedremo quali sono le best practice della strategia SEO per la ricerca vocale.

Cos’è la voice search

La voice search si presenta quindi come un’evoluzione della ricerca, attraverso la quale gli utenti ottengono risposte in maniera più rapida ed agevole.

È di grande aiuto all’utente che non sa o non può navigare ed è una di quelle azioni che l’essere umano può compiere contemporaneamente ad altre.

La struttura di una query di una voice search è leggermente diversa dalla search testuale, in quanto nella maggior parte dei casi è una domanda, è più lunga rispetto alla ricerca testuale, inizia con “cosa, come, chi, quando, perché”.

Facciamo un esempio: se la query di una search testuale può essere la seguente: “migliori pizzerie napoli”, la query di una voice search potrebbe essere: “Siri quali sono le migliori pizzerie di Napoli?”

 

Cosa sono le interfacce vocali e come interagiscono con gli utenti

ok_google_lucio_dalla

 

Prima di addentrarci nella SEO strategy per la voice search, è fondamentale capire come sono strutturate le interfacce vocali e in che modo interagiscono con gli utenti. La risposta a queste domande ci viene data da Yvonne Bindi, nel suo libro “Language Design – Guida all’usabilità delle parole per professionisti della comunicazione” – Apogeo.

L’autrice propone una sua interazione con Ok Google, come esempio del funzionamento delle interfacce vocali:

Autrice: “Chi è Lucio Dalla?”
Ok Google: “Lucio Dalla è stato un musicista, cantautore e attore italiano.”
Autrice: “Di dov’era?”
Ok Google: “Di Bologna.”

In questo esempio è chiaro che Ok Google è in grado di sostenere una conversazione e di contestualizzare la domanda. Quando l’autrice chiede: “Di dov’era?”, Ok Google ricorda la prima domanda, quindi  il contesto, e riesce a collegarla a Lucio Dalla, anche se nella frase non è presente.

La progettazione delle interfacce vocali consente quindi un dialogo abbastanza fluido, quasi naturale. Esse sono infatti in grado di:

  • sostenere una conversazione;
  • disambiguare le richieste dell’utente;
  • essere propositive per aiutare l’utente qualora si evidenziasse incertezza nella risposta;
  • ricordare il contesto della domanda.

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